Con un poco di zucchero...

Obesità: una piaga moderna 

Dal 14-20 novembre 2022 si aprirà la Settimana Mondiale istituita per sollevare l’attenzione sui pericoli derivanti da un’eccessiva quantità di zucchero nella dieta. (World Sugar Awareness Week)

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Il consumo eccessivo di prodotti raffinati e zuccheri, specialmente se in assenza di una sufficiente quantità di attività fisica, comporta l’insorgenza dell’Obesità e delle sue conseguenze sulla salute. [1] 

L’obesità è stata correlata a diverse condizioni mediche: malattie cardio-vascoari, diabete, apnee ostruttive del sonno, cancro e artrite. [2]. 

Tale condizione è sempre più diffusa e risulta essere una questione che interessa i più diversi Paesi e Continenti [3], e sempre più spesso ha la tendenza a interessare anche i bambini!

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Obesità come fattore di rischio cardiovascolare 

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Sono diverse le condizioni correlate all’obesità che possono interessare il cuore. 

La più comune è la malattia coronarica acuta, ovvero la condizione che si manifesta quando la richiesta di ossigeno di cui necessita il cuore è maggiore della quantità di ossigeno che il sangue è in grado di fargli arrivare a causa del deposito di colesterolo nelle arterie del cuore.

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Cosa possiamo fare?

Intolleranza glucidica: una condizione di pre-diabete testimoniata da un iniziale modico rialzo della glicemia nel sangue di persone che, in assenza di ulteriori modifiche nello stile di vita, hanno alta probabilità di sviluppare il diabete.

Molti studi hanno dimostrato che semplici modifiche negli stili di vita risultano efficaci nel prevenire l’obesità e il diabete in pazienti adulti ad alto rischio  

Aumentare l’attività fisica, migliorare la dieta e assicurare continuità nel tempo a queste modifiche dello stile di vita predispongono ad una diminuzione del rischio di sviluppare tali condizioni. [4] 

Poiché solo una minoranza di persone risulta essere attivamente impegnata a mantenere il proprio peso o a tentare di ridurlo, riducendo la quantità di calorie assunte (sono sufficienti poche decine di calorie in meno, ogni giorno) e osservando il suggerimento di inserire nella propria quotidianità almeno 150 minuti di attività fisica alla settimana, i professionisti della salute sono ancora oggi largamente impegnati a promuovere tali stili di vita tra i pazienti. [3]

 

Strategie dal Mondo 

Un metodo individuato dai ricercatori per condizionare un minor consumo di zuccheri raffinati e prodotti obesogeni è rappresentato dall’introduzione di campagne di comunicazione contro l’utilizzo eccessivo di prodotti come le bibite zuccherate o l’introduzione di tasse economiche che colpiscano questo genere di alimenti, andando a sviluppare in questo modo una vera e propria “spinta gentile” nella direzione della riduzione dei consumi.

 

Ne è un esempio quanto in corso nel Regno Unito: da qualche anno le politiche pubbliche si sono concentrate sul disincentivare l’utilizzo di alimenti definiti HFSS o High in Fat, Salt and Sugar (ad alto contenuto di grassi, sale e zucchero) [5], arrivando al punto che il Sindaco di Londra ha vietato l’esposizione di questo genere di alimenti in luoghi facilmente accessibili dei negozi -quali l’ingresso- o di grande visibilità -come le vetrine-, e di proibirne la pubblicità presso i luoghi pubblici quali le pensiline del trasporto pubblico. [6]

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Sebbene possa essere considerato un approccio drastico, a giustificare tale norma è stato anche uno studio che ha stimato un costo della gestione delle conseguenze dell’obesità superiore a quello sostenuto per il mantenimento in attività dei servizi di emergenza quali Forze dell’Ordine e Vigili del Fuoco e dell’intero Sistema Giudiziario nazionale britannici combinati!

 

Tali azioni si sono rivelate essere efficaci essendo stato centrato l’obbiettivo di ridurre il consumo di tali prodotti. [6]

 

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[6]

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Sugar Tax 

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È dell’Organizzazione Mondiale della Sanità [OMS] l’indicazione a limitare le attività di promozione del consumo e acquisto di alimenti non salutari, rimuovendoli dai punti di maggiore esposizione nei negozi, posizionando ad “altezza occhi” i prodotti più salutari, sui quali favorire campagne di sconti e concentrando su essi le campagne di marketing.[5] 

In aggiunta, sempre su indicazione dell’OMS, in alcune parti del mondo (ad oggi sono censiti 30 paesi inclusi Germania, Messico [7]) è entrato in uso l’applicazione di tasse sui prodotti meno salutari.  

Ne sono un esempio le bibite zuccherate.


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In conseguenza dell’applicazione di tali disincentivi economici è stato infatti possibile evidenziare una conseguente diminuzione del consumo di questi prodotti: ne è un esempio il Cile, dove il consumo medio di bevande zuccherate è passato da 122ml al giorno nel 2015 a una media di 86 ml al giorno nel 2017, con una riduzione netta del consumo equivalente al 24%! [8] 

Recenti studi hanno inoltre dimostrato che indicare sui prodotti un contenuto eccessivo di grassi, sale e zuccheri promuova nei consumatori un acquisto più attento e consapevole dei prodotti considerati obesogeni, determinando così una riduzione dell’assunzione di questi alimenti nella quotidianità e sul lungo periodo, risultando più efficaci anche delle campagne pubblicitarie temporanee dedicate al tema. [1]

L’obiettivo? 

Mangiare meno, mangiare meglio e stare bene!

 

#StayHealty

 


Forse non tutti sanno che…

Forse non tutti sanno che uno studio pubblicato da Diapetes Care ha rilevato una correlazione tra eleveti livelli di inquinamento dell’aria (particolato, diossido di azono, ozono) e l’obesità femminile, con un aumento delle misure corporee e della massa grassa. [9] Dell’impatto dell’inquinamento dell’aria sulla salute delle persone e sull’aumento del rischio cardiovascolare avevamo già parlato qui.

 


Bibliografia: 

[1]     M. G. Hall and A. H. Grummon, ‘Nutrient Warnings on Unhealthy Foods’, JAMA, vol. 324, no. 16, p. 1609, Oct. 2020, doi: 10.1001/jama.2020.18941.

[2]     F. López-Jiménez and M. Cortés-Bergoderi, ‘Obesity and the Heart’, Revista Española de Cardiología (English Edition), vol. 64, no. 2, pp. 140–149, Feb. 2011, doi: 10.1016/j.rec.2010.10.011.

[3]     A. H. Mokdad et al., ‘Prevalence of Obesity, Diabetes, and Obesity-Related Health Risk Factors, 2001’, JAMA, vol. 289, no. 1, p. 76, Jan. 2003, doi: 10.1001/jama.289.1.76.

[4]     K. D. Hall, D. A. Schoeller, and A. W. Brown, ‘Reducing Calories to Lose Weight.’, JAMA, vol. 319, no. 22, pp. 2336–2337, 2018, doi: 10.1001/jama.2018.4257.

[5]     J. Adams, ‘Rebalancing the marketing of healthier versus less healthy food products’, PLoS Med, vol. 19, no. 3, p. e1003956, Mar. 2022, doi: 10.1371/journal.pmed.1003956.

[6]     A. Yau et al., ‘Changes in household food and drink purchases following restrictions on the advertisement of high fat, salt, and sugar products across the Transport for London network: A controlled interrupted time series analysis.’, PLoS Med, vol. 19, no. 2, p. e1003915, Feb. 2022, doi: 10.1371/journal.pmed.1003915.

[7]     K. S. Moerschel, P. von Philipsborn, B. Hawkins, and E. McGill, ‘Concepts of responsibility in the German media debate on sugar taxation: a qualitative framing analysis.’, Eur J Public Health, vol. 32, no. 2, pp. 267–272, Apr. 2022, doi: 10.1093/eurpub/ckab200.

[8]     L. S. Taillie, M. Reyes, M. A. Colchero, B. Popkin, and C. Corvalán, ‘An evaluation of Chile’s Law of Food Labeling and Advertising on sugar-sweetened beverage purchases from 2015 to 2017: A before-and-after study’, PLoS Med, vol. 17, no. 2, p. e1003015, Feb. 2020, doi: 10.1371/journal.pmed.1003015.

[9]     X. Wang et al., ‘Longitudinal Associations of Air Pollution With Body Size and Composition in Midlife Women: The Study of Women’s Health Across the Nation’, Diabetes Care, vol. 45, no. 11, pp. 2577–2584, Nov. 2022, doi: 10.2337/DC22-0963.


Pubblicato il 9 novembre 2022