Il miglior amico dell'... Cuore!

L’incremento dell’età media della popolazione rappresenta già oggi una grande sfida nella messa a disposizione di servizi sociali correlati alla richiesta di salute per la popolazione per tutti gli stati caratterizzati da Servizi Sanitari Universalistici, e non solo. Come conseguenza, si rende sempre più necessario identificare strategie -anche le più curiose e inaspettate-, utili a far fronte a questa grande sfida per le nostre Società. 

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Un approccio preventivo al problema, che incoraggi le persone a intraprendere comportamenti di vita salutari e favorire e preservare la propria salute fisica, è sicuramente la strategia piè efficace e dai maggiori benefici, in relazione all’onere che comporta.


 


La presenza di un cane nella vita di una persona è stato dimostrato essere un fattore modificante la Qualità di Vita (Quality of Life, QoL) fin dagli anni ’80: riduce la pressione cardiaca, è associato ad una inferiore presenza di lipidi nel sangue, diminuisce il Rischio Cardio-Vascolare in generale[1], riduce il rischio di sviluppare asma e rinite allergica nei bambini esposti in giovane età[2], aumenta la capacità di gestire l’impatto di eventi stressanti ed è in grado di alleviare il peso di fattori stressogeni come l’isolamento sociale, la depressione e la solitudine. [3] (Dell'influsso negativo sulla salute del cuore che può rappresentare l'isolamento sociale abbiamo già parlato qui)


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È inoltre possibile che l’attività fisica correlata spinga a contattare i servizi sanitari con maggiore anticipo rispetto al resto della popolazione in caso di malessere o modificazione nello stato di salute poiché più facilmente evidenti rispetto a coloro che conducono uno stile di vita sedentario.


 


In un recente studio, analizzando i dati dello Swedish National Patient Register [4], è stato possibile osservare come tra i possessori di un cane, il rischio di subire le conseguenze di una qualunque patologia Cardio-Vascolare era inferiore e pari a 0.73 volte (e quindi di molto inferiore!)mrispetto a chi non ne possedeva uno in famiglia.


 


Tra coloro che incorrevano in un evento cardiaco ischemico, il rischio di morte era pari a 0.78 volte rispetto alla controparte, anche dopo la correzione dei dati per le possibili variabili.




Il rischio di incorrere in un secondo evento cardiaco a 30 giorni dal primo era pari a 0.91 volte tra i possessori di un cane, rispetto ai non possessori.



L’iterazione tra uomo e cane determina quindi reazioni fisiche e psicologiche positive per l’uomo, anche attraverso il rilascio in circolo dell’ormone del “buon umore”, la serotonina, altro importante fattore di protezione. [5]


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È inoltre noto che l’attività fisica e il supporto psicologico si sono dimostrati strumenti importanti per il ricovero di pazienti colpiti da eventi cardio-vascolari. Uno dei meccanismi in gioco sembrerebbe essere l’aumentata motivazione a praticare attività fisica: aspetto fondamentale nel mantenere stimolato l’apparato cardio-circolatorio e mantenendo tonico l’apparato muscolare, preservando l’equilibrio e la capacità di muoversi in autonomia.


 


In quest’ottica, camminare risulta infatti essere un’attività efficace, a basso costo, accessibile a chiunque e gradita a molti.


 

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Come per ogni studio, anche in questo gli autori hanno evidenziato alcune limitazioni: la principale è che i possessori di un animale da compagnia erano più facilmente associabili a redditi maggiori. Questo fattore è noto correlare ad una maggiore istruzione e ad un più frequente accesso alle cure sanitarie e a stili di vita più salutari.  


 


Ma chi può affermare che avere accanto a sé un cane, non sia di per sé sufficiente a far bene al cuore?!  


 


#StayHealty


 


 


 


 


[1] C. K. Kramer, S. Mehmood, and R. S. Suen, “Dog ownership and survival: A systematic review and meta-analysis,” Circ. Cardiovasc. Qual. Outcomes, vol. 12, no. 10, Oct. 2019, doi: 10.1161/CIRCOUTCOMES.119.005554.


[2] D. R. Ownby, “Exposure to Dogs and Cats in the First Year of Life and Risk of Allergic Sensitization at 6 to 7 Years of Age,” JAMA, vol. 288, no. 8, p. 963, Aug. 2002, doi: 10.1001/jama.288.8.963.


[3] K. Allen, “Are Pets a Healthy Pleasure? The Influence of Pets on Blood Pressure,” Curr. Dir. Psychol. Sci., vol. 12, no. 6, pp. 236–239, Dec. 2003, doi: 10.1046/j.0963-7214.2003.01269.x.


[4] M. Mubanga, L. Byberg, A. Egenvall, E. Ingelsson, and T. Fall, “Dog ownership and survival after a major cardiovascular event: A register-based prospective study,” Circ. Cardiovasc. Qual. Outcomes, vol. 12, no. 10, Oct. 2019, doi: 10.1161/CIRCOUTCOMES.118.005342.


[5] J. P. van Melle et al., “Prognostic Association of Depression Following Myocardial Infarction With Mortality and Cardiovascular Events: A Meta-analysis,” Psychosom. Med., vol. 66, no. 6, pp. 814–822, Nov. 2004, doi: 10.1097/01.psy.0000146294.82810.9c.